Delusione a Old Town San Diego

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30/11/2010 di phillyeagle76

Ero pronto ad esultare. Sì, anche circondato da tifosi (veri o estemporanei) avversari, avrei esultato, esattamente come feci l’anno scorso sugli spalti del Citizen Bank BP in occasione dei tre HR dei Phillies contro i Cubs. Ma non ho potuto farlo e, sebbene non avessi cappellino, maglia o altro segno distintivo, si vedeva che il più deluso cliente di quel locale messicano, quella sera, ero proprio io.

L’ambientazione è quella suggestiva di una serata in Old Town, zona nord della bellissima San Diego. Di fronte a me la mia pazientissima neo-sposa, un burrito, una Corona e una televisione, sulla parete opposta, che trasmette gara6 della NL series 2010. Di fronte i miei Phillies, nel bel mezzo di una rimonta che avrebbe un che di miracoloso e I San Francisco Giants sospinti dal pubblico amico.

Chissà come mai ero convinto di essere in campo neutro, o addirittura trovare terreno favorevole alla mia fede biancorossa. Voglio dire, è vero o no che i Padres sono arrivati secondi in Division dietro ai Giants, perdendo proprio contro di loro l’ultima serie di partite che avrebbe potuto qualificarli ai playoffs? Insomma, nonostante questo, oltre ad alcuni avventori muniti di cappellino neroarancio e quindi distinguibili dagli altri, sia i turisti che i cittadini di San Diego presenti in quel luogo la sera del 23 ottobre scorso erano pressochè tutti schierati contro Philadelphia, così da lasciarmi solo nel mio dolore a fine partita. Nessun insulto, nè prese in giro, per carità, non sono italiani!

Mi sedetti al tavolo sul 2-2, parte bassa del sesto, e sapevo che non mi sarei alzato prima della fine del match, extra innings compresi. La mia cena messicana sarebbe stata poco digeribile in ogni caso, certo è che mi risultò difficile mandar giù il boccone che avevo tra i denti nell’istante del fuoricampo di Uribe e, ancor peggio, dieci minuti dopo, in occasione del doppio gioco difensivo che ha chiuso il nostro attacco all’ottava ripresa. La fine della stagione era vicina, la fortuna non era proprio dalla nostra parte e, tutto sommato, non potevo non riconoscere la supremazia dei Giants per gran parte della serie.

Lo strikeout subìto da Howard cancellò definitivamente ogni mia speranza di urlare in campo nemico tutta la mia gioia, somma soddisfazione che mi sarei preso con tutte le conseguenze del caso (ma come ho detto, non ero in Italia), ivi compreso l’inevitabile imbarazzo della mia compagna. Mi complimentai con un’occhiata con alcuni “nemici” e, il mio pasto già terminato, uscii sconsolato dal locale. Solo in quel momento realizzai che, oltre alla speranza di vivere un’altra World Series da protagonista, avrei lasciato, la mattina dopo, anche la California. Il mio viaggio stava giungendo al termine.

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